Le persone che non hanno subito abusi spesso fanno davvero difficoltà a capire perché ci sia chi rimane in relazioni violente e tendono a supporre che sei perfettamente in grado di andartene.. niente di più falso.

Lasciare una relazione abusiva e violenta non è proprio semplice come prendere la porta e uscire.

Al di là delle preoccupazioni su dove andrai a vivere, o i problemi economici, o relativi ai figli, il punto che può essere più dolente è la sensazione di essere talmente legata al tuo partner da non essere capace di di staccarti.

Questo attaccamento emotivo, distruttivo, noto come trauma-bonding, si sviluppa con un ciclo ripetuto di abusi, svalutazione e rinforzo positivo creandosentimenti molto potenti a cui fai fatica a dare un senso, poiché l’abuso si alterna con gentilezza affetto e grande intimità. Possono avvenire in qualunque contesto in cui possa esserci una relazione (quindi tanto in relazioni romantiche che  famigliari, amicali, lavorative, e persino rapitore/rapito) e non conoscono limiti di età.

È naturale sviluppare un legame con qualcuno che ti tratta con gentilezza.
Molte relazioni violente iniziano con una pioggia di affetto (love bombing) e assicurazioni d’amore.Per questo quando inizia l’abuso, si resta sorpresi. Se lui inizia scusarsi,a giurare di cambiare o insiste con frasi tipo “Ero solo arrabbiato” questi tentativi di manipolazione spesso hanno successo, proprio grazie a quei ricordi positivi dei primi giorni della relazione, spingendoti a credere che sia quella la realtà che appartiene a quella persona.

Quello che sembra totalmente irragionevole visto da fuori ha , dall’interno, una serie di motivazioni molto.. ragionevoli; per questo vorrei cercare di spiegare alcune modalità e dinamiche biologiche, biochimiche e psicologiche.
Nessuno sceglie l’abuso ed in un nessun modo possono aiutare lo sviluppo di legami traumatici, che sono guidati da alcuni processi biologici piuttosto forti.
Come fare a capire se ti trovi all’interno di un legame traumatico? valuta questi indicatori. Se ne riconosci qualcuno.. fatti qualche domanda.
  • Ti senti infelice e potresti anche non apprezzare più il tuo partner, ma ti senti ancora incapace di porre fine alle cose.
  • Quando provi ad andartene, ti senti fisicamente ed emotivamente angosciato.
  • Quando dici che vuoi andartene, lui promette di cambiare ma non fa alcuno sforzo per farlo effettivamente.
  • Ti fissi sui giorni “buoni”, usandoli come prova che gli stai davvero a cuore.
  • Dai scuse e difendi il suo comportamento quando gli altri esprimono preoccupazione.
  • Continui a fidarti e speri di cambiarlo.
  • Lo proteggi tenendo segreto il comportamento offensivo.

Per quanto i legami traumatici possano sembrare differenti tra loro a seconda del tipo di relazione, essi tendono ad avere due caratteristiche principali: la natura ciclica e lo squilibrio di potere.

Il ciclo di abusi creato con rinforzo intermittente è la prima base del trauma-bonding.

Generalmente non richiede molto sforzo staccarti da una situazione che non ha niente di bello, che è completamente brutta, in cui la persona violenta non offre mai appigli di gentilezza o attenzione per il tuo benessere; perchè se credi veramente che qualcuno non cambierà mai, con ogni probabilità non resterai con lui.

Ma nelle relazioni abusanti, il partner risulta scostante, quindi solo di tanto in tanto non ti tratta bene. Regali, cene, e belle parole possono essere un ottimo aggancio psicologico per creare nella tua mente la versione migliore della relazione “sempre a portata” , specie dopo l’atto violento. Quando vengono percepiti come segno di cambiamento (potenzialmente o auspicabilmente) permanente, creano enorme confusione e disarmano del tutto, cosicché l’amore mette in ombra la paura di ulteriori abusi.

Accade che man mano che riacquisti un senso di fiducia nell’altro o nella relazione, inizi ad ignorare fino a sopprimere i ricordi del comportamento abusivo pregresso..finchè il ciclo non ricomincia.

E’ la durata a giocare un ruolo fondamentale incrementando lo squilibrio di potere sotteso alla coppia, ovvero potresti decisamente sentirti come se fossi controllato tanto da non sapere come resistere o liberarti, e persino se riuscissi a uscire dalla relazione, a sentirti incompleto e perso senza il partner abusante, solo perchè il ciclo abusivo ti è molto familiare e non sai come vivere senza di esso.

I legami traumatici tendono ad essere persistenti, anche quando l’abuso è avvenuto molto tempo fa. Per questo potresti avere difficoltà a smettere di pensare a qualcuno che ti ha ferito e sentire l’impulso di tendergli la mano o riprovare.

Prova a fare questo test:

se una persona cara vivesse una relazione simile, la incoraggeresti a chiudere? Rispondi onestamente.

Se rispondi di sì ma ti senti ancora impotente e incapace di lasciare la tua relazione, questo è un buon indicatore del trauma-bonding.

Perché succede

Se hai familiarità con il meccanismo reattivo di lotta o fuga, sai che è una modalità di risposta automatica del tuo corpo a qualsiasi minaccia percepita. In effetti le persone rispondono alle minacce in quattro modi diversi: lotta, fuga, congelamento, sottomissione.

Quando si affrontano abusi o si teme la possibilità di futuri abusi, il cervello riconosce l’angoscia imminente e invia un avvertimento al resto del corpo.

Il tuo corpo manda una scarica di adrenalina e cortisolo (gli ormoni dello stress), stimolando l’istinto di sopravvivenza e innescando tensioni emotive e fisiche.

A questo punto entra in gioco lo squilibrio di potere: se non hai la sensazione di poter scappare in sicurezza o di resistere alla persona che ti abusa, il congelamento potrebbe sembrare l’opzione migliore, quindi..rimani.

Quando i pensieri sull’abuso diventano troppo dolorosi o difficili da sopportare, scegli di concentrarti sugli aspetti positivi della tua relazione e ignorare o bloccare il resto .

Così inizi a trovare scuse e giustificare il comportamento abusante per razionalizzare il tuo bisogno di restare.

Ogni ripetizione del ciclo tende a rafforzare questo senso di impotenza, ovvero l’apparente certezza che non sarai mai in grado di sfuggire. Si arriva a credere alla falsa realtà che hanno costruito per controllarti: ne hai bisogno/hanno bisogno di te; non sei niente senza di loro, nessun altro si preoccupa.

Se ti stai domandando dove va a finire la tua autostima, il tuo senso di identità personale e la tua autopercezione.. sono ottime domande perchè questo autoinganno che ci si crea per la sopravvivenza, va a scheggiarle profondamente.

Gli ormoni possono essere potenti rinforzi. e per questo basterebbe pensare al ruolo della dopamina nella dipendenza. Beh, nel trauma-bonding ha una funzione simile. Dopo un episodio di abuso, il periodo di calma che spesso segue può alleviare lo stress e la paura.

Le scuse, i regali o l’affetto fisico offerti dalla persona violenta servono come ricompensa che aiutano a rafforzare la corsa al sollievo e innescano il rilascio di dopamina.

Poiché la dopamina crea sensazioni di piacere, tenderà a rafforzare la tua connessione con l’aggressore e l’anelare alla spinta della dopamina, ti porta a continuare a cercare di renderlo felice per guadagnarti il suo affetto.

L’affetto fisico o l’intimità stimolano anche il rilascio di ossitocina, un altro ormone del benessere che può rafforzare ulteriormente i legami e che può anche alleviare la paura

L’affetto fisico di un partner violento, quindi, potrebbe attenuare l’angoscia e il dolore emotivo, rendendo più facile concentrarsi sul trattamento positivo.

Rompere il legame

Le persone che hanno subito abusi durante l’infanzia si sentono spesso attratte da relazioni simili nell’età adulta, poiché il cervello riconosce già gli alti e bassi del ciclo.

Una storia di abusi può rendere ancora più difficile rompere i legami traumatici, ma puoi imparare a fermare questo ciclo. Questi suggerimenti possono aiutare.

Sappi con cosa hai a che fare

Riconoscere l’esistenza del legame è un primo passo importante. Quando si tratta di abusi, ovviamente, questo è spesso più facile a dirsi che a farsi.

Per trovare prove di abuso e riconoscere i segni di trauma-bonding, ecco alcune cose da provare:

Tenere un diario

Annota le cose che sono successe ogni giorno: questo può aiutarti a iniziare a identificare i modelli e notare problemi con comportamenti che potrebbero non essere sembrati offensivi in quel momento.

Quando l’abuso non accade, nota quello che è successo e se il tuo partner ha detto nulla in seguito per scusarlo.

Considera la relazione da un’altra prospettiva

Fingi di leggere della tua relazione in un libro. Spesso è più facile esaminare gli eventi negativi quando si ha un certo livello di distacco.

Presta attenzione ai piccoli dettagli che ti mettono a disagio o ti fanno riflettere. Ti fanno sentire bene?

Parlane con persone a te care

Non è facile aprirsi sugli abusi. Magari ti sei arrabbiato o hai respinto amici e familiari quando hanno espresso preoccupazione in passato.

Eppure gli amici e le persone care possono offrire una prospettiva essenziale. Mettiti alla prova e ascolta quello che hanno da dirti; sforzati di considerare l’accuratezza delle loro osservazioni.

Evita di incolpare te stesso

Credere di aver causato l’abuso o di averlo causato a te stesso può rendere più difficile esercitare la tua autonomia, mantenendoti efficacemente nella relazione.

Ricorda a te stesso che l’abuso non è mai colpa tua, non importa:

  • quello che potresti o non potresti aver fatto
  • quanto profondamente temi la solitudine o una vita senza di loro
  • quante volte sei già tornato

Certamente meriti di meglio. Rimpiazza la continua autocritica e la colpevolizzazione con affermazioni positive e un migliore self-talk: questo si che può aiutare la tua consapevolezza a prendere piede. Se sei stato in una certa situazione fino ad ora non devi rimanerci per sempre, e il tuo desiderio di capire/uscirne, sono già un modo per prenderti la responsabilità del tuo futuro migliore.

C’è una cosa che non è una condizione evitabile: una volta che hai deciso di andartene, interrompi completamente il ciclo interrompendo tutte le comunicazioni .

Se sei un co-genitore, questo potrebbe non essere possibile, ma un terapista o un consulente specializzato, può aiutarti a stabilire un piano per mantenere solo i contatti necessari e un “come”.

Crea una distanza fisica.
Considera anche la possibilità di modificare il numero di telefono e l’indirizzo e-mail, se possibile.

Se non puoi farlo, bloccali completamente. Potrebbero ricevere un nuovo numero, ma ignora questi messaggi e chiamate.

Potrebbero insistere per cambiare, andare in terapia, fare qualsiasi cosa, purché tu torni. Queste promesse possono sembrare piuttosto allettanti.

Ricorda, però, quante volte hanno già promesso di cambiare.

Cerca un aiuto professionale

Sebbene tu possa muovere sicuramente in autonomia i primi passi per iniziare a indebolire il trauma-bonding, questi legami tendono a rimanere saldi e a ripresentarsi come pattern.
Potresti trovare difficoltà a liberarti veramente senza un supporto di un professionista, e questo è assolutamente normale.

Un terapeuta o un counselor (solo in determinati casi in cui non ci siano compromissioni invalidanti) può insegnarti di più sui modelli di abuso che guidano il trauma-bonding: comprendere aiuta a fare chiarezza.
Un aiuto professionale può aiutarti a

  • esplorare i fattori che alimentano il legame
  • lavorare sulla definizione dei confini
  • apprendere le abilità per costruire relazioni sane
  • affrontare l’autocritica e l’auto-colpevolizzazione
  • sviluppare un piano di cura-di-sé
  • affrontare i sintomi di salute mentale legati a traumi e abusi a lungo termine

Il mio personale consiglio, rimane l’abolizione del “fai da te”. Lavorare con un terapista che sia specializzato su questo trauma o nel riconoscimento e nel trattamento del disturbo da stress post-traumatico (PTSD) e gli effetti collaterali dell’abuso, può spesso avere un impatto maggiore.

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ascolto.