Stare in solitudine e il sentirsi soli, sebbene in relazione tra loro, sono distinti. 

“Essere solo” è uno stato fisico in cui sei fisicamente da solo. Sentirsi solo è uno stato emotivo in cui ti senti disconnesso dagli altri, anche quando sono proprio accanto a te. A volte siamo felici di stare da soli, a volte desideriamo la compagnia degli altri, ma ci si sente soli quando è come se nessuno (delle persone che ti sono più vicine, anche fisicamente) ti fosse emotivamente vicino: come se agli altri non importasse o non ti vedessero. Indipendentemente se questa sensazione sia reale o percepita.

l senso di solitudine non arriva solo a chi è solo. Viene infatti anche a chiunque sperimenti una dissonanza tra quello cui si aspettano aspettano e desiderano che le loro relazioni somiglino e come quelle relazioni sono effettivamente .

Il senso di solitudine ha un ruolo importante nel campo della salute mentale, sia perché può essere estremamente frequente, sia perché può portare a problemi più gravi

Cos’è la solitudine?

La solitudine si verifica quando c’è una discrepanza tra i bisogni emotivi di appartenenza, vicinanza, amore e affetto e come questi bisogni vengono soddisfatti attraverso le nostre relazioni.
Questa discrepanza può sorgere in tutti i tipi di relazioni e tanto a livello sociale ed emotivo. La solitudine emotiva è quando una persona può essere circondata da persone ma si sente ugualmente sola

Ad esempio, una relazione genitore-figlio in cui il genitore ha uno stile di attaccamento evitante e non risponde prontamente ai bisogni emotivi del bambino può far sì che il bambino provi solitudine emotiva. Questa forma di solitudine si manifesta in modo simile nelle amicizie e nelle relazioni sentimentali.

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In che modo la solitudine è correlata all’attaccamento? – Il ruolo dei bisogni emotivi.

La ricerca sulla relazione tra solitudine e stili di attaccamento è molto ampia. Il collegamento principale  è che entrambi si sviluppano sulla base di bisogni emotivi insoddisfatti.

La solitudine si verifica quando le proprie relazioni non soddisfano determinati bisogni emotivi; e, allo stesso modo, l’attaccamento insicuro si forma quando i caregiver non soddisfano costantemente i bisogni emotivi del bambino.

Relazioni, attaccamento e solitudine

La connessione tra attaccamento e solitudine è prevalente anche nelle relazioni sentimentali. La solitudine è una parte completamente normale e inevitabile della vita, poiché tutti probabilmente la sperimentiamo ad un certo punto. Potrebbe però raggiungere un livello patologico e iniziare a influenzare più seriamente la nostra salute mentale e fisica.

L’importanza dei bisogni emotivi

La differenza fondamentale tra lo stare da soli e il sentirsi  soli è l’attaccamento emotivo. Essere soli è uno stato dell’essere, mentre la solitudine è un sentimento. Possiamo essere perfettamente felici stando da soli, ma possiamo anche sentirci soli pur essendo tra altre persone. La solitudine interiore deriva dal sentirsi come se il nostro vero sé non fosse visto o compreso né dagli altri né dall’interno. Il fatto che la solitudine sia fortemente desiderata da molte persone, e temuta da altri ha almeno in parte a che fare con il nostro rapporto con noi stessi… ma è pur vero che i tipi di solitudine non sono tutti uguali. Potremmo distinguere tre tipologie di solitudine:

1- solitudine esistenziale:
Da una prospettiva esistenziale, un po’ di solitudine fa bene all’anima, ed è sicuramente una parte inevitabile dell’esperienza umana. Tuttavia, la solitudine tende a suscitare sentimenti e pensieri negativi e, sebbene questi possano essere utili in termini di introspezione, sono anche qualcosa a cui siamo avversi e vogliamo evitare il più possibile.

2- solitudine emotiva
Essa nasce da una sensazione di mancanza di relazioni o di appartenenza. Come sentirti “isolato o diverso” quando tutti i tuoi amici tranne te hanno un partner romantico oppure quando “tutti si sposano” o “tutti hanno un figlio”… tranne te. La solitudine emotiva può essere avvertita quando hai bisogno di qualcuno con cui parlare di qualcosa che sta succedendo nella tua vita, ma senti che non c’è nessuno disponibile. Puoi sentirti emotivamente solo dopo una storia d’amore ma anche per un caro amico, un genitore e così via.

3- solitudine sociale
La provi quando non senti di appartenere ad un gruppo al di là di te stesso. Ad esempio quando entri a una festa e non riconosci nessuno che ti sia familiare, una sensazione di solitudine sociale potrebbe travolgerti se in genere non ti senti a tuo agio nell’avvicinare nuove persone. E’ fondamentalmente quello che provi se ritieni che la tua presenza non sia apprezzata in una cerchia più ampia.

Parte di questo ha a che fare con il nostro rapporto con noi stessi.

La tua relazione interiore

Se ti piace stare da solo, è probabilmente segno che hai una relazione sana con te stesso fin tanto che stare con gli altri non ti crea disagio. Per contro, se ti ritrovi a evitare a tutti i costi di passare del tempo da solo, potrebbe essere un segno che devi lavorare sulla tua relazione con te stesso. Naturalmente tutti sperimentiamo momenti in cui ci sentiamo soli e questo può essere del tutto normale. Il grande discriminane sta nella durata di questa sensazione di solitudine. C’è un fattore di cronicità della solitudine che influenza l’intensità e il danno che può fare. Essa infatti potrebbe essere una sensazione transitoria, una sensazione situazionale o una sensazione cronica.

Quando siamo in equilibrio, riusciamo a goderci il tempo da soli così come la compagnia degli altri. Se il nostro rapporto con noi stessi e gli altri è in equilibrio, abbiamo un senso di individualità ma anche riconosciamo e sosteniamo il nostro bisogno far parte di un gruppo più ampio.

Cosa evitare

Quando ti senti solo, evita tutte le forme di “anestesia dei sentimenti”: che si tratti di alcolici in solitudine, o ore passate davanti agli schermi per non pensare, o uso di terapie farmacologiche non prescritte.. non sono buone idee. Nessuna.

Come contrastare la solitudine esistenziale

Il detto che nasci da solo e muori da solo, suggerisce che la solitudine esistenziale è un aspetto inevitabile della vita. Per alcuni, riconoscere che siamo tutti soli in questo mondo può essere terrificante.. anche se hai amici e familiari che ti amano e ti supportano 24 ore su 24, 7 giorni su 7, qualunque cosa accada.

Le paure esistenziali, inclusa la paura dell’isolamento, della morte, dell’insensatezza sono vissute praticamente da tutti noi da qualche parte della nostra vita. Riconoscere la paura e usarla come motivazione per vivere più pienamente e di più il momento può aiutarci a immergerci nel presente, il che potrebbe permetterci di riconoscere che siamo in mezzo a un vasto mare di individui che lottano contro queste paure proprio come noi: non siamo soli neanche in questo sentire.

Come contrastare la solitudine emotiva

La soluzione vera e duratura alla solitudine emotiva è stabilire e mantenere una sana rete di supporto. Non puoi creare un “migliore amico” o trovare un “anima gemella” dall’oggi al domani, ma puoi massimizzare le tue possibilità di approfondire un’amicizia contattando gli amici ed rendendoti disponibile programmare tu un momento per stare insieme e suggerire tu di vedervi: l’invito è quindi smettere di aspettare che qualcuno faccia la prima mossa e assumere tu una posizione proattiva. Poichè la solitudine riflette già un senso di isolamento se fai lo sforzo di raggiungere gli altri, potresti essere sorpreso di quanto meglio puoi iniziare a sentirti, anche solo scambiando un paio di messaggi con un amico o con una breve conversazione al telefono. Far sapere che hai bisogno di parlare può aprire le porte a legami più profondi a patto di non sovraccaricare gli altri coi tuoi bisogni.

Come contrastare la solitudine sociale

Questa sensazione nasce quando ci sentiamo esclusi da un gruppo più grande. Sentirsi fuori da un gruppo può essere una sensazione dolorosa, anche se non è intenzionale. Un modo semplice per combattere la solitudine sociale è partecipare ad una nuova attività o gruppo… relativa ai tuoi personali interessi. Quando propongo questo, per la maggior parte mi viene risposto ” ma a me la palestra non interessa..” beh ti do una notizia: la palestra è – penso – uno dei posti in cui si socializza meno! Inizia a pensare a cosa ti interessi: gli animali? pensa al volontariato presso il canile. Sei un appassionato lettore? pensa a frequentare open di presentazioni di libri , librerie, attività culturali inerenti alla tua passione. Ti piace la fotografia? Frequenta un corso e.. insomma qualunque cosa ti intriga, fatti vedere! Se tutti nella stanza sono “nuovi”, può essere più facile avviare conversazioni e nuove amicizie. Sapere che altri nella stanza condividono in partenza un interesse simile al tuo è uno dei modi per innescare una conversazione e perchè no, una amicizia.

Altri tips:

Inizia ad imparare ad accettarti come sei. Questa è la prima pratica quotidiana. 
Ci sono abitudini che puoi implementare per migliorare la nostra relazione interiore con te stessa. Ad esempio

* Riconosci il tuo autobiasimo: quando una voce negativa prende il sopravvento, riprendi il contatto con te stesso. Riconosci il pensiero, poi lascialo andare. Domandati: se potessi vedere le cose da un altro punto di vista, come sarebbero?
* Prenditi cura di te: questo include le basi come prendersi cura dei propri bisogni fisici e mentali, ma include anche mantenere le promesse fatte a se stessi. Ti sei detto che avresti lavato i piatti e pagato quel conto? Fallo. Ogni volta che mantieni una promessa (non importa quanto piccola) crei più fiducia e sicurezza interiore.
* Riconosci dove sei oggi: fai pace con il tuo passato e fai i conti con la tua realtà attuale. Parte dell’accettazione di noi stessi è prendere nota di come/perché siamo arrivati dove siamo e cosa possiamo fare per cambiarlo.