Ricordo che una volta il mio ex mi disse alla mia ennesima inadeguatezza: “non vedi che soffro e tu cosa fai? Stai qui e basta?? Quando la tua amica depressa piange tu che fai siedi come una cogliona sul bordo del letto?”

Stavo zitta e pensavo alla me cogliona, sul bordo di quanti letti ho seduto, abbracciando in silenzio il dolore di chi non vuole essere sfiorato se non col cuore.

Si, siedo sul bordo del letto e sto zitta. Perché di fronte al dolore si fa silenzio e si sta.

E lui no, da bravo mancante di empatia, quando mi ha vista disperata senza la forza di spostarmi dal letto, lui voleva che facessi altro, che mi distraessi.

Non è giusto, mi dicevo.

Per questa violenza più che per le mani addosso, vedo la miseria e l’uomo emotivamente incapace; e ,sì, qui vedo davvero la me cogliona che ha accettato di farsi distrarre prolungando la sofferenza invano.

Non è giusto, lo vedo bene.

Perché il dolore in silenzio si contempla e si attraversa: dal dolore non c’è bisogno di distrarsi.

Quindi se stai soffrendo e non hai forza di fare nulla, beh ti capisco. E ti sono vicina.

Non è giusto, hai ragione.

Per questo vorrei dirti che so una cosa che non sai: so come si maneggia il dolore.

E si è vero, forse ora come ora non sei sicura se potresti stare meglio ma vedi..dovresti farlo ogni giorno: addolorarti.

Ogni cazzo di giorno.

Per due ore.

Poi basta.

Il dolore ha bisogno di un tempo e tu dovresti proprio darglielo.

Dagli il suo giusto tempo.

Con un orario di inizio e di fine, e poi bisogna che lasci spazio al resto della vita, così quel dolore come ogni altra cosa ha il suo posto.

Quando? Quando riesci a dedicarti totalmente a lui per lasciargli lo spazio di cui ha bisogno: fai posto al dolore. Dalle 14 alle 16? Dalle 20 alle 22? Un’ora al mattino e una alla sera? O forse un’ora soltanto..

Ti prego di prendermi sul serio.

Il dolore non puoi evitarlo devi viverlo e attraversarlo. Ma come ogni strada che attraversi ha un inizio e una fine.. Delimitarlo nel tempo è il regalo migliore che tu possa fargli, perché non sia vago tutto il giorno, divorando tutte le emozioni che hai, ma sia effettivo nel tempo che gli dai.

E finisca.

Se lo merita un confine, non abbandonarlo a se stesso, non dirgli di andare via, o che è stupido e inutile: non è giusto.

Chi ama pone confini: e quella parte dolente di te, dovresti proprio imparare ad amarla.

Poi torna a sorridere, regina: perché la vita è bella.