Non so se ti piace viaggiare, ma sicuramente anche tu hai preparto una valigia in vita tua. A me viaggiare piace, e di valigie, zaini, zainetti..ne ho preparati una marea. Ogni volta diventi più bravo a ottimizzare, poi scopri che ti sei dimenticato qualcosa, o torni indietro a prenderla oppure..la compri, quella che ti serve, te la procuri lì dove sei.
Tutti noi giriamo per il mondo come con una valigia, con uno zaino.
Esso contiene tutte le esperienze che abbiamo fatto nella nostra vita e DECIDIAMO di non chiudere lì dove sono ma di portarle con noi.
Fare la valigia è una scelta. In ogni momento puoi decidere cosa portare con te, cosa non portare, con cosa sostituire quel che hai/non hai o che non ti serve più.
Imparare a fare la valigia, anche con la propria vita, è un pò un’arte.
La maggioranza di noi tende a caricarsi sulle spalle tutte le esperienze che ha fatto, e porta in giro per la vita, tutti i suoi traumi e le sue ferite senza sapere che puoi scegliere di liberarsene, nè capire come fare. Purtroppo la maggioranza di noi si chiude dietro un più comodo “sono fatto così” o un rassegnato ” tanto oramai è successo” e non mette mano a nulla.
Le ferite che carichiamo sulle nostre spalle , nel nostro zaino, e che ci trasciniamo nel viaggio della nostra vita, diventano il peso sulle nostre spalle, il modo attraverso cui interpretiamo quello che viviamo e que addirittura come stiamo, e le malattie che “ci causiamo”.
Chi soffre per la ferita del rifiuto (reale o percepito) spesso si sente come se disturbasse: ha paura di occupare troppo spazio, di dare fastidio con la sua presenza, vorrebbe sparire.
Sa quel che vuole ma ha paura di esprimerlo, come se temesse che le persone, messe di fronte al suo pensiero potessero rifiutarlo.
Spesso ha smesso di confidarsi già da piccolo, col genitore dello stesso sesso, non sentendosi capito e , secondo lui, in questo modo, non amato.
Perchè crede, erroneamente, che essere compreso significhi essere amato – mentre non ha nulla a che fare con l’amore: amare significa accettare l’altro, anche quando non lo si comprende.
Le ferite non guariscono come piacerebbe a noi che facessero, ma come a loro serve di guarire.
La chiusura superficiale forzata di una ferita profonda, sulla pelle, diventa bacino di proliferazione di batteri: così accade per le ferite della tua psiche.
Ci vuole tempo perchè una ferita diventi una cicatrice e perchè il processo di guarigione si concluda: dai a te stessa quel tempo. Sii gentile con quelle ferite, sii gentile col tuo cuore.
meriti di guarire e sorridere, perchè la vita è bella.