E’ stato subito palese quanto la separazione avesse impattato emotivamente su di me e quanto lacerante fosse quella ferita di cui non potevo capacitarmi: come ci eravamo arrivati? Come avevo potuto arrivarci, io? Era l’amore della mia vita!

Come quando fai un incidente e dici “se non risalgo subito in macchina non guido più”, ho scelto di offrire a me stessa una (durissima) esperienza emozionale correttiva rispetto a quello che avevo chiamato amore.

Cos’è un’esperienza emozionale correttiva? E’ un principio terapeutico formulato a metà degli anni 40 dagli psicanalisti F.Alexander e T.French e poi esteso 30 anni dopo seguendo il filone della terapia breve strategica, secondo cui, grazie ad esperienze emotive concrete si può “riparare” nella persona, l’influenza traumatica di esperienze negative precedenti.

Avevo bisogno di riqualificare quello che avevo così a lungo chiamato amore e che amore mi aveva chiamata, o non avrei mai rimesso insieme i pezzi di me – tanto malamente sparsi a terra. Dentro si me sentivo così forte un cinico “l’amore è una beffa”, crudele da trasmettere alle mie figlie tanto quanto irrealistico sarebbe stato un beffardo “credici ancora.”

Ma non si cancella il passato solo perchè non calza col presente.

Grazie a questa modalità che mi ha permesso di ristrutturare la mia visione della realtà ed interrompere le ridondanze disfunzionali che avevo costruito con me stessa e col mio mondo, mi sono resa conto che non solo probabilmente non sono stata amata ma ho davvero malamente amato, nonostante le migliori intenzioni: l’amore della mia vita non era quello. L’amore è altro, e l’ho capito per esclusione -perché l’esperienza di disinteresse che ho offerto a me stessa, era così simile a quello che avevo chiamato grande sentimento. E a valutare bene chi meritava una seconda chance e chi già la prima era beneficienza.

Mi sono imposta di viverlo il sentimento-zero, quello in cui abbassi la guardia ma senza farti ferire. E smonta e rimonta l’armatura, sono diventata molto brava.

Ho imparato a tirarmi indietro non appena percepivo meccanismi che non gradivo, velocemente: senza giustificare, senza giudicare.

Come le unghie retrattili dei felini: in silenzio, in un attimo.

A soffrire sempre meno, per meno tempo, senza rimuginare. A non arrabbiarmi a non biasimarmi, a non biasimare.

Questo mi ha permesso di sperimentare che l’amore è altro, quello era..qualcosa tipo “profondo qualunquismo ostinatamente protratto”. C’è di meglio. Posso avere di meglio. Puoi avere di meglio.

Il messaggio è questo: trova la tua maniera per imparare a rimettere insieme velocemente i tuoi pezzi, dal il nome corretto a quello che hai provato, non svendere la parola amore anche se il sentimento che sentivi era forte. L’amore della tua vita devi ancora conoscerlo ma perché accada forse anche tu hai bisogno di una esperienza emozionale correttiva, di sentire che l’amore è altro, per poter poi permettere alla vita di stupirti. Puoi sfidarla, la vita, senza programmi chè in fondo non sei pronta mai, ma puoi imparare a proteggerti. Non smettere di vivere per la paura di morire.

E sorridi regina, la vita è bella.